lunedì 6 aprile 2009

La vedo dura. Tempi lunghi per uscire dalla crisi.

La vedo brutta. le Borse stanno risalendo ma tanti anni di esperienza mi insegnano che i mercati azionari vanno per conto loro, spesso non tengono conto dell'economia reale. Per esempio, se la Fiat licenzia il titolo sale perchè in Borsa si pensa che la società possa risparmiare sul costo del lavoro (perchè le macchine le può produrre tranquillamente anche in Polnia). Dunque, al di là delle indicazioni delle Borse, vedo tanti italiani perdere il posto di lavoro. E tanti in cassa integrazione. Quanti di questi potranno rientrare in fabbrica? Si pensa che il 30-40% degli attuali cassintegrati non troverà più il posto in azienda. E poi ci sono troppi lavoratori precari, troppi a tempo determinato che ormai si pongono la solita domanda: "Tu quando scadi"?
Basteranno gli ammortizzatori sociali?
Il reddito delle famiglie sta certamente scendendo e tante persone hanno debiti da pagare. Magari sono debiti fatti anche con leggerezza, per andare in vacanza o per comprare un'auto più potente. Questo è successo fino all'anno scorso, ma spesso le rate venivano fatte per 48 o 60 mesi, quindi la strada è ancora lunga.
Ho appena cominciato a presentare il mio libro "L'Italia in bolletta". Sono contento, si vede un gran pubblico. Tanti vengono per sfogarsi, per dire che la banca li ha ingannati. Vengono a dire che i loro risparmi sono andati quasi tutti in fumo. Altri mi chiedono quando finirà la crisi. Domanda difficile e, per questo, sono affiancato da Paolo Barrai, un consulente serio (e indipendente). Insieme, per quanto possiamo, dispensiamo consigli. La prima cosa che diciamo a tutti? Di fare il passo secondo la gamba. Siamo finiti in questa crisi per un eccesso di debito. E ora che cosa facciamo? Altro debito per poterne uscire? Non mi sembra la strada migliore

1 commento:

Marco Toresini ha detto...

Ciao Gigi,
ho messo l'indirizzo del tuo blog nel mio blog che ho realizzato da qualche settimana (lo trovi su http://marcotoresini.blogspot.com/ e fammi sapere che te ne pare.
A presto