Sergio Marchionne, oltre agli affari americani, sta pensando anche alla Opel, gloriosa fabbrica tedesca ora in vendita per le difficoltà della sua controllante GM. Ma Marchionne, l'ha già detto, non vuole spendere un solo euro. Dunque, se l'affare si fa, sarà soltanto uno scambio di azioni, o di debiti (General Motors ha debiti in abbondanza e chissà se si salverà). Anche Fiat, in quanto a debiti, non scherza. Non sappiamo che cosa frulli nella testa della coppia Marchionne-Montezemolo, ma come non ricordare lo scambio di figurine di quando eravamo ragazzini ("ce l'ho, ce l'ho, manca. Ti do due Bulgarelli per un Mazzola). E chissà se non arrivranno a scambiare qualche bond GM per un'azione Fiat. O viceversa. Certo, sono affari complicati, che coinvolgono i governi e le diplomazie. C'è di mezzo Obama, dice la sua Berlusconi e i tedeschi non staranno a guardare.
In mezzo ci sono le sorti di centinaia di migliaia di lavoratori ma nessuno se ne occupa, tanto, se dovessero essere d'ingombro, c'è sempre la cassa integrazione pagata dall'Inps. Alla Fiat gli eventuali profitti, allo Stato le eventuali perdite. Ma allora non è cambiato niente, dai tempi di Bulgarelli e Mazzola.
Buon 25 aprile a tutti. Questo il pezzo uscito oggi sul Corriere
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