Gli stagisti: giovani da avviare a una professione o strumento solamente per tappare i buchi a costo zero? Nel mondo del giornalismo, più che in altre realtà si assiste soprattutto a esperienze del secondo tipo. Al punto che i comitati di redazione - gli organismi sindacali di base dei giornalisti - protestano contro il ricorso agli stagisti perchè toglie occasioni di lavoro (sostituire i colleghi quando vanno in ferie) ai giornalisti disoccupati. Il conflitto in alcune testate si è risolto con il blocco degli stage, a discapito degli studenti delle venti scuole di giornalismo sparse in Italia per i quali i periodi di tirocinio nelle redazioni costituiscono condizione essenziale per ottenere il praticantato e accedere all'esame di Stato. L'Ordine dei giornalisti, preso tra l'incudine e il martello, ha deciso di vietare gli stage estivi dal prossimo anno (per saperne di più potete leggere qui). Luigi Furini, assieme ai giornalisti Eleonora Voltolina, Damiano Crognali, Alessandro Trevisani ed Elena Orsi sono i primi firmatari di un appello all'Ordine e alla Federazione nazionale della Stampa italiana (qui il testo completo) per chiedere che al problema sia data un'altra soluzione: retribuire ogni allievo praticante giornalista come un praticante normale e prendere, per i mesi in redazione, la metà dello stipendio che prenderebbe uno regolarmente assunto con l'art. 35 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Per sottoscrivere l'appello basta scrivere una mail all'indirizzo appellostagistigiornalisti@gmail.com.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Io invece farei un appello contro le troppe scuole di giornalismo, altro che storie...
Ormai ne vogliono aprire una anche nel negozio sotto casa...
... queste para-scuole inflazionate 'molto fumo e poco arrosto' sono il vero problema...
... Ne facessero tre serie attrezzate e rigorose, nord-centro-sud, invece di questo schifo attuale...
Va da sè che i compensi si alzerebbero, anche per gli stage...
Posta un commento