mercoledì 9 aprile 2008

Siamo tutti precari...

Una recensione del libro "Volevo solo lavorare", scritta dal giornalista Fabrizio Buratto ha scatenato una valanga di commenti su Job Talk, il blog del Sole24Ore dedicato al lavoro.
Entro nel dibattito un po' in fretta perchè oggi sono molto incasinato. E' vero, spesso io vedo il bicchiere mezzo vuoto. Beati coloro che lo vedono sempre mezzo pieno. Leggo molti interventi sul negativismo, ecc... Io faccio due conti. Per combattere la precarietà ci vuole, prima di tutto, il lavoro. Dunque ci vuole lo sviluppo. Vi sembra che l'Italia sia in una fase di sviluppo? La più grande società di telefoni è finita agli spagnoli, le autostrade (vedi Benetton) potrebbero finire agli spagnoli (vedi Abertis), Alitalia dobbiamo regalarla ai francesi perchè nessuno la vuole e nessuno la sa gestire. L'energia elettrica la importiamo dall'estero (per l'85% dei consumi) perchè non abbiamo una politica energetica. Siamo un Paese vecchio dal punto di vista industriale e, per questo, subiamo più di altri la concorrenza dei cinesi e dei paesi in grado di produrre a costi bassi perchè hanno operai che guadagnano 1 euro l'ora. Ragazzi, signori, lettori del mio libro, io la vedo nera. Poi, magari, non è così. Poi, magari, viene la svolta e verrò smentito e sbertucciato e deriso. Però questo Paese è fermo, immobile. E ha un debito pubblico ancora in crescita (il dato è di stamattina, abbiamo superato 1.600 miliardi di euro). Basta così, devo prendere un prozac. C'è anche chi dice che le medicine non servono, che uno i problemi se li deve risolvere da solo, senza aiuti. E bravo. Fosse così facile. E' come dire a un fumatore di smettere di fumare, a un obeso di smettere di mangiare. Se vuoi ce la fai? Secondo me, e io nel tunnel ci sono finito, se non ti aiuti con le medicine non ce la fai. Poi, c'è chi ce la fa da solo, beato lui. ma sono in pochi. Adesso devo scrivere un articolo sull'Alitalia. Scusate, se volete ci sentiamo domani.
Grazie a tutti per gli interventi.
ciao Luigi Furini

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi impeccabile caro Furini, ma bisogna andare ancora più a fondo: di chi è la colpa di questo fallimento? Chi ha messo in ginocchio Alitalia(e speriamo che i francesi la comprino prima che i libri contabili finiscano in tribunale, perchè se così fosse saremmo noi a pagarne i debiti - ancora! - e i dipendenti tutti a casa) e Telecom? Chi ha pensato le mezze privatizzazioni delle ex società a capitale pubblico (vedi anche autostrade)? E Le scelte di politica energetica?
A me sembrache molta della gente che ha tagliato le gambe al Paese stia ancora al suo posto. Perchè?
ciao

Eleonora Voltolina ha detto...

Perchè in Italia, purtroppo, la verità è che raramente le persone si prendono la responsabilità di ciò che fanno (o non fanno). E più in alto sono, più impunite rimangono.

Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/

Unknown ha detto...

sono pienamente in accordo con quanto detto da Furini, per come oggi vivo, la vedo molto nera....senza altro all'orizzonte.Quando aveva poco più di vent'anni mi dicevano che ero troppo giovane, che avevo poca esperienza(quindi quando mi dovevano pagare mi davano sempre il minimo)oggi che ne ho trenta, le società mi fanno notare che senon troppo vecchia,sposata...e forse con figli in arrivo...per carità, le donne così danno solo fastidio in una azienda.
Tutti i bei sogni sono finiti, la realtà mi è stata sbattuta bene bene in faccia!
ciao