(ANSA) - ROMA, 9 MAG - La crisi ha avuto ripercussioni significative¯ su "un italiano su due," ma ha consentito ai consumatori di fare pace con l'euro¯. Sono le conclusioni a cui arriva la quarta e ultima edizione del 'Diario della crisi', redatto dal Censis, secondo il quale il 47,6% degli italiani stato toccato concretamente dalle difficoltà economiche, anche se con intensità differenti: quasi il 40% ha subito perdite nei propri investimenti, mentre il 30% ha subito una riduzione del reddito. Allo stesso tempo, circa il 60% ha cercato di ridurre i consumi, senza grandi differenze tra chi è intervenuto sulle spese in generale e chi solo su quelle voluttuarie, mentre si ridotta ulteriormente la già modesta tendenza ad indebitarsi: il ricorso al credito al consumo infatti sceso del 10% nei primi tre mesi dell'anno rispetto al 2008. Il Censis sottolinea anche uno degli effetti più imprevedibili della crisi: quello di aver avviato una fase meno risentita nel rapporto tra gli italiani e la moneta europea. In particolare, il mondo dei salariati a reddito fisso ha conosciuto una piccola rivincita su tutti coloro che erano riusciti a speculare con l'euro. Grazie ad un'inflazione sostanzialmente ferma, al calo dei mutui e dei prezzi del carburante, vi è stato un recupero del potere d'acquisto di questa categoria. Nonostante ciò, al momento resta la confusione del ceto medio, che sta pagando la fine delle certezze passate, come la crescita costante, il welfare e la sicurezza del lavoro (specialmente per i figli). Secondo il Censis, sembrerebbe quasi la fine di una lunga fase di imborghesimento della società italiana e l'inizio, per il ceto medio, della paura di perdere terreno. Una paura ancora forte, tanto che per il 68,3% degli intervistati non è affatto vero che ormai abbiamo toccato il fondo. Spicca comunque il nuovo ruolo degli Enti locali. Mentre per il 55% degli italiani il soggetto pubblico non ha fatto qualcosa di concreto per famiglie e imprese¯, il 15% dei cittadini ha mostrato apprezzamento per il lavoro svolto da Comuni, Province e Regioni. Secondo il presidente del Censis, Giuseppe Di Rita, è comunque arrivato il momento di cominciare a pensare il dopo. Non tanto perchè la crisi e già passata e possiamo inconsciamente dedicarci ad altro, ma piuttosto perchè il pericolo oggi è proprio quello di seguire l'onda delle grandi emozioni medianiche. Rischieremo con ciò che tutto passi oltre, senza alcuna cosciente segnatura della serietà del periodo che abbiamo attraversato¯.(ANSA)
-MAG-09 12:55
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