venerdì 9 gennaio 2009

Formigoni: la compagnia di bandiera ha abbandonato il 70% delle rotte. Penati: apriamo al mercato

«Così ci riducono ad un deserto»

Gli enti locali milanesi chiedono la liberalizzazione dei voli


MILANO. Sulla carta sarebbe dovuto diventare il secondo hub italiano e, per questo, sono stati investiti miliardi di euro. Invece lo scalo varesino di Malpensa si avvia alla “desertificazione”, per usare le parole del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Alitalia ha abbandonato più del 70% delle sue rotte e al controllo passeggeri sono sparite le code, così come non c’è la ressa nella sala degli arrivi. Ieri, mentre a Roma Umberto Bossi cercava di spiegare al premier Silvio Berlusconi le “ragioni del nord”, all’aeroporto di Malpensa il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (a capo di una giusta di centro-sinistra) ha riunito istituzioni (c’erano i presidenti delle province di Novara, Varese, Verbania), imprenditori, sindacati e consumatori. La richiesta è una sola: liberalizzazione dei voli. «I voli non più esercitati da Alitalia - ha spiegato Penati - siano messi a disposizione di altre compagnie. Chiediamo un regime di open-sky (cielo-aperto) che esiste già all’interno dell’Unione europea. Un regime che garantirà un servizio qualificato all’area più sviluppata del paese e tariffe più basse per i passeggeri». Penati non ha risparmiato attacchi al governo. «Non è possibile - ha detto - che vengano fatte scelte per proteggere il piccolo monopolista che è Cai. Tra l’altro Cai è una società privata e Alitalia non è più la compagnia di bandiera. La nuova Alitalia faccia le scelte che ritiene più opportune, ma questo territorio deve essere libero di scegliere le compagnie aeree che vuole, per collegare la Lombardia al resto del mondo». Dalle parole del presidente della Provincia anche un po’ di ironia sul “patriottismo” degli azionisti di Cai che Berlusconi, appunto, non aveva esitato a chiamare “patrioti”. «Dovevano salvaguardare l’italianità - ha detto - attraverso voli internazionali e intercontinentali. In realtà nel loro piano ci sono ben 99 voli alla settimana per il Charles De Gaulle di Parigi, praticamente negli orari di punta uno all’ora da Milano e da Roma. E Cai prenderà anche delle percentuali da Air France sui passeggeri italiani trasportati a Parigi per viaggiare poi sui loro aerei». «Il futuro di Malpensa - e Penati smette l’ironia per concentrarsi su una situazione certamente difficile - è il point to point. Pensate che negli Stati Uniti c’è un solo hub che è ad Atlanta e non a New York. Con la liberalizazione dei diritti di volo sarà rivisto anche il concetto di hub». «Non dico - ha aggiunto - che i diritti di volo devono essere liberalizzati solo per Malpensa, ma per tutto il Paese. Bisogna uscire dalla logica localistica e andare verso una logica di mercato. Se sarà così, anche aeroporti come Venezia e Pisa, che attraggono il turismo americano, potranno avere notevoli sviluppi, mentre Milano potrà continuare a sviluppare il suo mercato business».


Gigi Furini

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