Per troppo tempo è stato vessato dall'azienda in cui lavorava con contestazioni disciplinari ingiustificate, controlli pressanti sulla sua persona, cambiamenti peggiorativi di mansione e orario. Un atteggiamento “mobbizzante” del datore di lavoro gli ha causato l'insorgere di disturbi di natura psicologica, che l'hanno costretto a lunghi periodi di malattia.
Proprio il superamento dei termini di assenza dal lavoro ha consentito all'azienda di licenziarlo. Il lavoratore, un macellaio 57enne di III livello alle dipendenze di Bennet spa (ccnl commercio, prima contratto a termine e poi a tempo indeterminato, dipendente della sede di Brugherio), ha quindi fatto ricorso davanti al Tribunale di Monza (Sezione Lavoro), assistito dall'Ufficio Vertenze della Cgil Monza e Brianza e dall'avvocato Caterina Casula.
Il giudice Maria Cella ha accolto tutte le sue richieste, dichiarando illegittimi il licenziamento e le sanzioni disciplinari, iniziate quando il lavoratore si è iscritto al sindacato di categoria (FILCAMS CGIL) ed è stato eletto nella rappresentanza sindacale unitaria.
Il giudice ha condannato Bennet spa a reintegrare il lavoratore nella propria mansione, nonché a risarcirgli un danno pari a 616,18 euro mensili dalla data del licenziamento a quella del reintegro. Bennet spa, inoltre, dovrà rimborsare al lavoratore 1032,39 euro per le sanzioni disciplinari illegittime, 11895 euro come riconoscimento del danno non patrimoniale e 4500 euro per le spese legali.
Daniele Bianchi
fonte: Cronaca Qui, 9 set 2008
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